ALTRO CHE ESIBIZIONE vs
Che la United Cup potesse essere una competizione di successo era fin troppo prevedibile, per chi conosce un minimo il tennis e la natura umana.
Ma francamente, nemmeno io credevo che si raggiungessero simili vette di pathos, di passione, di tensione, di spettacolo, di adrenalina pura.
La United Cup è un’idea geniale.
Solo qualche considerazione:
1. Per Martina Trevisan si tratta della vittoria più prestigiosa della sua carriera (Sakkari, 6 del mondo, è la più forte avversaria che lei abbia mai sconfitto). E lo ha fatto giocando il miglior tennis della sua vita, addirittura sul cemento anziché sulla amata terra battuta.
2. L’azzurra non sarà mai una giocatrice continua, la sua enorme emotività la porterà sempre a subire lunghi momenti no. Però è una di quelle giocatrici che, nelle condizioni giuste, quando il Mood è positivo, hanno la capacità di alzare esponenzialmente il livello di gioco, di toccare picchi notevolissimi. Capacità che, unite alla notevole resistenza atletica, la rendono una tennista da Grande Impresa (e non a caso ha in saccoccia un quarto e una semi Slam).
3. La Sakkari ha sicuramente pagato la tensione, perché era di gran lunga quella che più aveva da perdere. Sapeva fin troppo bene, la greca, che una sua sconfitta avrebbe spalancato praterie alla nostra squadra, data la scarsa consistenza dei numeri 2 della squadra ellenica, tanto forte nei numeri uno quanto deficitaria nei gregari. E qui torniamo alla qualità della formula, con i 4 singolari giocati da 4 diversi atleti, in grado di misurare alla grande la forza di un movimento.
4. Non si può non restare ammirati dalle enormi capacità di Vincenzo Santopadre, tecnico che abbina grandi conoscenze tecniche a una finissima sensibilità psicologica, in grado di dire ai suoi giocatori sempre la cosa giusta, nel modo giusto, nel momento giusto, galvanizzando quando è il caso, sdrammatizzando quando la tensione sale troppo, buttando là, con noncuranza, la dritta tecnica decisiva. Un incredibile leader. E attorno a lui, meravigliosa la compattezza del gruppo azzurro, a partire dal leader di domani, quel Matteo Berrettini che sta interpretando questa competizione alla perfezione.
Fatevene una ragione, criticoni.
La United Cup è qui per restare, ed è un meraviglioso strumento di promozione per il tennis.